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L'autore mette a fuoco due precisi versanti: il trattamento della corporalità e il tema del doppio, tanto antico quanto genialmente rivisitato dal fantastico otto-novecentesco. È, su entrambi i versanti, una vecchia e consolidata antropologia ad essere messa in discussione. La cosa è evidentissima nel caso del doppio, che da Hoffmann in avanti prepara il terreno alla destrutturazione del soggetto tipica dei nostri tempi; ma è riconoscibile anche sull'altro fronte, dove è dato assistere alla crisi del corpo "umanistico" con la sua struttura coordinata e centripeta e i suoi misurati codici cinetici e gestuali.